TG 31.10.09 Sette anni fa la tragedia di San Giuliano
Il giudizio di colpevolezza è stato confermato dalla quarta sezione penale della Corte di Cassazione: i cinque imputati per il crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia sono effettivamente colpevoli di quel disastro, in cui morirono 27 bambini ed una maestra. Il reato si perpetrò in un’unica azione, ossia quella di costruire la sopraelevazione della scuola in maniera non conforme alle norme, della legge e della fisica. Un solaio appesantito da 16 tonnellate di calcestruzzo, venuto giù a causa del terremoto di fine 2002. Se si fosse costruito secondo le regole antisismiche – si legge nella sentenza – tutto ciò certamente non sarebbe successo.
I genitori e i parenti delle vittime di quella tragedia si dicono soddisfatti, anche se difficilmente nei loro volti e nelle loro menti potrà soggiornare soddisfazione vera, nè essi potranno avere ristoro dal torto impagabile subito quasi 8 anni fa.
La verità che oggi la giustizia afferma è principalmente quella della colpevolezza dei vari imputati, in quanto soltanto uno di loro, l’ex sindaco di San Giuliano che pure in quel crollo perse sua figlia, ha ricevuto una condanna definitiva: 2 anni e 11 mesi, seppur coperti dall’indulto. Per gli altri quattro imputati, il progettista della scuola e gli altri responsabili della sopraelevazione che fu funesta, la Cassazione ha rimandato il giudizio alla Corte d’Appello di Salerno, per un difetto di motivazione che, per ora, impedisce l’effettiva quantificazione della pena da infliggere.
E’ una vicenda nazionale che termina, una brutta storia cui si pone fine nel modo meno peggiore che si possa. Quantomeno ci sono delle condanne, dei responsabili che rappresentano un “mai più” da portare nel futuro della gestione delle opere pubbliche, al Sud e in tutta Italia. Se quella scuola è crollata e quei bambini sono morti, è colpa dell’abusivismo, del mancato rispetto delle regole che sono prima di vita e poi di legge. Perchè la legge, in questo caso, può davvero salvarci la vita.
di Simone Aversano
giovedì 20 maggio 2010
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