La domus romana era costruita con mattoni o calcestruzzo (impasto di sabbia, ghiaia, acqua e cemento) e si componeva di due parti।La parte anteriore aveva al suo centro un grande vano (atrio) con un'ampia apertura sul soffitto, spiovente verso l'intern(compluvio): di qui scendeva l'acqua piovana, che veniva raccolta in una vasca rettangolare (impluvio) sistemata nello spazio sottostante.Nella domus si entrava attraverso la porta affacciata sulla strada (ostium), che immetteva in un corridoio (vestibolo) che portava fino al cortile dotato di lucernario (atrium), ma in epoca imperiale si edificherà anche un ingresso secondario detto portico, posto nella parete più ampia delle camere.Sul fondo dell'atrio, proprio di fronte all'entrata, si trovava una grande sala di soggiorno (tablinum), separata dall'atrio soltanto da tendaggi. In questa parte della casa erano esposte le immagini degli antenati, le opere d'arte, gli oggetti di lusso e altri segni di nobiltà o di ricchezza; qui il padrone di casa riceveva visitatori e clienti, soci e alleati politici.
Fonte:tp://www.homolaicus.com
mercoledì 21 aprile 2010
domenica 4 aprile 2010
Geometra
Il geometra è una figura professionale che opera prevalentemente nel settore edilizio, topografico ed estimativo. Il Regio Decreto 11 febbraio 1929, n. 274 che istituisce, in sostituzione del perito agrimensore, tale professione in Italia, abilita il geometra all'espletamento di molteplici competenze tecniche, tra le quali la progettazione edile civile e rurale e la direzione dei lavori delle opere edili, le molteplici operazioni topografiche tra le quali la misurazione dei terreni e la stima di beni mobili ed immobili.
Etimologia e originaria vocazione
La parola geometra ha la stessa genesi di geometria che, dalla composizione di due parole greche "geo" e "metros", rispettivamente, terra e misura, rivela la vocazione originale del geometra: quella cioè di agrimensore, ossia "misuratore della terra".
La nascita della figura del geometra viene fatta risalire all'organigramma della Legione romana, nel quale era prevista la figura del mensor, una sorta di geometra ante litteram incaricato, tra le altre incombenze, di tracciare le linee base dei castra aestiva; gli accampamenti temporanei che i legionari costruivano durante i loro spostamenti.
Nel 1929, anno di istituzione della professione del moderno geometra, la situazione economica dell'Italia era ben diversa da quella attuale: l'agricoltura copriva più dell'80% del PIL nazionale e dava lavoro a circa il 90% della popolazione. Serviva, quindi, una figura professionale che avesse le competenze per misurare i fondi rustici con la precisione richiesta per il suo corretto sfruttamento o per una compravendita, che sapesse stimare questo stesso fondo, che vi sapesse costruire edifici necessari alla sua conduzione, e che avesse una cognizione delle tecniche di coltivazione.
Etimologia e originaria vocazione
La parola geometra ha la stessa genesi di geometria che, dalla composizione di due parole greche "geo" e "metros", rispettivamente, terra e misura, rivela la vocazione originale del geometra: quella cioè di agrimensore, ossia "misuratore della terra".
La nascita della figura del geometra viene fatta risalire all'organigramma della Legione romana, nel quale era prevista la figura del mensor, una sorta di geometra ante litteram incaricato, tra le altre incombenze, di tracciare le linee base dei castra aestiva; gli accampamenti temporanei che i legionari costruivano durante i loro spostamenti.
Nel 1929, anno di istituzione della professione del moderno geometra, la situazione economica dell'Italia era ben diversa da quella attuale: l'agricoltura copriva più dell'80% del PIL nazionale e dava lavoro a circa il 90% della popolazione. Serviva, quindi, una figura professionale che avesse le competenze per misurare i fondi rustici con la precisione richiesta per il suo corretto sfruttamento o per una compravendita, che sapesse stimare questo stesso fondo, che vi sapesse costruire edifici necessari alla sua conduzione, e che avesse una cognizione delle tecniche di coltivazione.
Italo Calvino, La speculazione edilizia, Mondadori, 2000
È Botteghe oscure, la rivista internazionale di letteratura diretta da Giorgio Bassani, a pubblicare per la prima volta, nel 1957, La speculazione edilizia. In questo romanzo Calvino mette da parte l'elemento fantastico, così presente in altre sue narrazioni, per elaborare un racconto del tutto realistico.
*** è una cittadina della Riviera ligure che sta conoscendo un rapido sviluppo, collegato ai profondi mutamenti sociali che investono l'Italia negli anni della industrializzazione, immediatamente precedenti il boom economico. Si stanno facendo strada stili di vita diversi dall'austera povertà dell'immediato Dopoguerra. Sta emergendo un ceto medioborghese, formato da professionisti, piccoli imprenditori, dirigenti, operatori di borsa, negozianti, direttori di banca, proprietari di cinema, esercenti, dotato di un'elevata capacità di spesa, in grado di comprarsi casa al mare, oppure di prenderla in affitto per un'intera stagione.
Nella nostra penisola si comincia a parlare di turismo. Il consumismo nascente finisce col contagiare anche le classi inferiori che imitano il modo di vivere di quelle superiori.
A *** è inevitabile che il mercato immobiliare cresca e che la cementificazione proceda in modo parossistico e disordinato. Spesso costruzioni di cattivo gusto deturpano la bellezza dell'antico paesaggio.
Tuttavia Quinto Anfossi, un intellettuale problematico senza arte né parte, che solitamente conduce una vita economica e spirituale molto raccolta, rimane affascinato dal nuovo spirito che sembra aver invaso l'Italia, dall'energia vitale che promana da costruttori, affaristi, gente dinamica dallo sviluppato senso pratico, individui che ai suoi occhi rappresentano gli uomini nuovi. Oppresso dalle tasse che gravano dalla morte del padre sulle proprietà di famiglia, egli si inventa impresario edile, sedotto, più che dal denaro, da quello che egli interpreta essere il nuovo spirito dei tempi.
Si mette allora in società con un certo Pietro Caisotti, un uomo rozzo e ignorante, che proviene dall'entroterra e che ha già accumulato una piccola fortuna fabbricando palazzi ed edifici, redditizi quanto esteticamente riprovevoli. Caisotti è avido, scaltro, concreto, senza scrupoli, qualità che mancano agli Anfossi, non solo a Quinto, perso per lo più dietro le sue elucubrazioni mentali, ma anche al fratello minore Ampelio, un chimico assistente universitario, preso più dal laboratorio e dalle equazioni chimiche che dall'edilizia, nonché alla madre, una professoressa in pensione che ama curare personalmente il proprio giardino e che prova nostalgia per come era un tempo la Riviera.
Sacrificando un pezzo di terra adibito dalla madre a vaseria, adiacente alla villa in cui abitano, gli Anfossi decidono di far costruire dal Caisotti un edificio, i cui appartamenti verranno poi, a costruzione ultimata, divisi tra i soci.
Quinto, per tutelarsi, decide di ricorrere alla consulenza dei professionisti più in vista della città, sue conoscenze di vecchia data: l'avvocato Canal, il notaio Bardissone e l'ingegner Travaglia, che lo esortano a non fidarsi del costruttore.
E difatti, man mano che il tempo passa, l'affare risulta essere più aggrovigliato di quanto non sembrasse a Quinto all'inizio. Caisotti, che ha per segretaria una ragazzotta sensuale molto più giovane di lui, Lina, con la quale si mormora abbia una relazione, prima si dimostra diffidente, poi ritarda i lavori e i pagamenti, moltiplicando rinvii e intoppi. I rapporti fra Quinto e Caisotti si fanno tesi. Caisotti subisce un protesto, ma riesce ad ottenere da Quinto, facendo ricorso al suo eloquio farcito di mugugni e di vittimismo, un'ulteriore dilazione nei pagamenti.
Le cose continuano a ingarbugliarsi e a peggiorare. I due volubili fratelli Anfossi, presi dalla loro vita, inetti ad occuparsi di qualsiasi questione pratica, lasciano tutte le incombenze relative alla costruzione del nuovo fabbricato alla madre. Quando decidono di tentare di raddrizzare la faccenda, finiscono col litigare fra loro, rinfacciandosi colpe, omissioni e responsabilità.
Alla fine Quinto, frustrato nella sua carriera di intellettuale, segretario di una rivista prima e sceneggiatore cinematografico poi, incapace di trovare gioia nei suoi amorazzi contrastati e, tutto sommato, scipiti, sempre più preso nelle sabbie mobili del suo rapporto di affari con Caisotti, esasperato dalle lungaggini legali e burocratiche, decide di scendere a un accomodamento con l'impresario, da cui il limitato, volgare Caisotti esce vincitore.
La speculazione edilizia è un romanzo che ci parla della crisi di valori che permea il Paese nel secondo Dopoguerra e del disorientamento degli intellettuali di sinistra del tempo che, pur vedendo traditi i valori resistenziali, faticano a trovare ragioni alternative e ad opporsi con efficacia al gretto consumismo e affarismo della amorale e intellettualmente modesta borghesia italiana, indifferente a tutto ciò che non sia l'agio e il tornaconto personali.
Di grande valore sono le digressioni sociologiche sullo sviluppo incerto e abnorme della nostra vita nazionale, che Calvino innesta nella narrazione vera e propria. Lo scrittore si rivela addirittura profetico nell'individuare alcune linee di tendenza dell'evoluzione socioeconomica dell'Italia attuale.
Lo stile è quello cui ci ha abituato Calvino: una scrittura asciutta, precisa, elegante nel suo essere semplice ed essenziale. Che attinge al gergo tecnico, con affascinanti quanto esatti elenchi di procedure e strumenti collegati alle costruzioni e al mondo economico. Una scrittura capace sempre, soprattutto, di una forte presa sulla realtà.
Fonte:http://www.interruzioni.com/laspeculazioneedilizia.htm
sabato 3 aprile 2010
La Costituzione della Repubblica Italiana
Principi fondamentali
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. [3]
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. [3]
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
giovedì 1 aprile 2010
Le mani sulla città di Francesco Rosi (1963)
Le mani sulla città
Un capolavoro del cinema d'impegno politico italiano.
In un degradato quartiere di Napoli, un palazzo crolla a causa dei lavori di demolizione ad esso adiacenti, causando morti e feriti. Responsabile del disastro, l'imprenditore edile Edoardo Nottola viene coinvolto in un'inchiesta da cui esce senza ripercussioni giudiziarie, ma inevitabilmente compromesso agli occhi del partito di Destra per cui è consigliere comunale. I compagni lo abbandonano e il suo nome alle elezioni viene ritirato, ma Nottola, inflessibile e protervo, attinge ad ogni risorsa del suo potere e, spalleggiato da alcuni consiglieri corrotti, diviene il primo candidato nel gruppo di Centro. Solo l'opposizione di Sinistra sembra decisa a contrastare la prepotente ascesa del costruttore: a guidarla è il consigliere De Vita che, dopo accurate indagini, porta alla luce il coinvolgimento di Nottola e dei suoi seguaci nella conquista di un appalto su cui poggiano cospicui interessi economici e politici. Nel frattempo, il quartiere afflitto dal recente disastro subisce un'ordinanza di sfratto che provoca la sommossa dei suoi occupanti, sfociando in duri scontri con le forze di polizia. Nonostante il malcontento popolare, i disordini dovuti al rovesciamento della maggioranza e la tenace resistenza dei suoi oppositori, Nottola otterrà comunque la carica di assessore all'edilizia, provocando profonde fratture anche nella Destra. Questa, con i suoi rappresentanti più compromessi, tornerà infine ad appoggiarlo per il proprio tornaconto.
Un capolavoro del cinema d'impegno politico italiano.
In un degradato quartiere di Napoli, un palazzo crolla a causa dei lavori di demolizione ad esso adiacenti, causando morti e feriti. Responsabile del disastro, l'imprenditore edile Edoardo Nottola viene coinvolto in un'inchiesta da cui esce senza ripercussioni giudiziarie, ma inevitabilmente compromesso agli occhi del partito di Destra per cui è consigliere comunale. I compagni lo abbandonano e il suo nome alle elezioni viene ritirato, ma Nottola, inflessibile e protervo, attinge ad ogni risorsa del suo potere e, spalleggiato da alcuni consiglieri corrotti, diviene il primo candidato nel gruppo di Centro. Solo l'opposizione di Sinistra sembra decisa a contrastare la prepotente ascesa del costruttore: a guidarla è il consigliere De Vita che, dopo accurate indagini, porta alla luce il coinvolgimento di Nottola e dei suoi seguaci nella conquista di un appalto su cui poggiano cospicui interessi economici e politici. Nel frattempo, il quartiere afflitto dal recente disastro subisce un'ordinanza di sfratto che provoca la sommossa dei suoi occupanti, sfociando in duri scontri con le forze di polizia. Nonostante il malcontento popolare, i disordini dovuti al rovesciamento della maggioranza e la tenace resistenza dei suoi oppositori, Nottola otterrà comunque la carica di assessore all'edilizia, provocando profonde fratture anche nella Destra. Questa, con i suoi rappresentanti più compromessi, tornerà infine ad appoggiarlo per il proprio tornaconto.
Progettazione
La progettazione (in inglese design) è l'attività alla base della costruzione di qualsiasi oggetto complesso, sia esso materiale o soltanto concettuale. È un processo che, attraverso l'utilizzo appropriato di norme tecniche, calcoli, specifiche e disegni, perviene alla definizione dei procedimenti necessari alla produzione di un manufatto, di un edificio, di un componente, di un apparato, di un prodotto o di un servizio (per esempio un'abitazione, una sedia, un'automobile, un software), riassunti in un progetto.
La progettazione è un'attività che, grazie ad un concentrato di conoscenze, azioni, metodologie e strumenti, tende a organizzare e produrre specifiche per l'esecuzione materiale di manufatti di svariati tipi, dalle grandi strutture (ponti, dighe ecc.) a quelle di medie dimensioni (edifici, piazze ecc.), ai manufatti d'uso comune quali mezzi di trasporto, arredi, utensili, sino alla progettazione di attività economiche e ludiche e quella legata all'informatica. La progettazione cambia quindi denominazione e diventa architettonica, urbanistica, design industriale, design degli interni (interior design),progettazione ergonomica.
L'elemento che raccorda tradizionalmente molti di questi ambiti progettuali è il disegno tecnico, attualmente svolto attraverso l'uso di piattaforme CAD (Computer Aided Design).
Fonte:Wikipedia
La progettazione è un'attività che, grazie ad un concentrato di conoscenze, azioni, metodologie e strumenti, tende a organizzare e produrre specifiche per l'esecuzione materiale di manufatti di svariati tipi, dalle grandi strutture (ponti, dighe ecc.) a quelle di medie dimensioni (edifici, piazze ecc.), ai manufatti d'uso comune quali mezzi di trasporto, arredi, utensili, sino alla progettazione di attività economiche e ludiche e quella legata all'informatica. La progettazione cambia quindi denominazione e diventa architettonica, urbanistica, design industriale, design degli interni (interior design),progettazione ergonomica.
L'elemento che raccorda tradizionalmente molti di questi ambiti progettuali è il disegno tecnico, attualmente svolto attraverso l'uso di piattaforme CAD (Computer Aided Design).
Fonte:Wikipedia
Teorema di Varignon
Questo teorema, che prende il nome dal suo celebre fautore, Pierre Varignon (Caen, 1654 – Parigi, 23 dicembre 1722), comparve per la prima volta nel libro Nouvelle Mécanique, pubblicato postumo nel 1725 e trova largo impiego nella statica, in particolare nella scienza delle costruzioni, e nella geometria delle masse per il calcolo analitico del baricentro sia di sistemi di masse continui che discreti, mediante coordinate cartesiane.
Enunciato e definizione
L'enunciato del teorema è il seguente:
"Il momento statico di un sistema di vettori rispetto ad un polo P, è uguale al momento del vettore risultante rispetto allo stesso polo."
Praticamente la formula che deriva dalla definizione del teorema (che è utile per calcolare analiticamente il punto su cui giace la retta in cui passa la risultante, o semplicemente per calcolare il braccio o il modulo di una forza) dati F1,F2,F3.......Fn i vettori del sistema, R la risultante del sistema e d1,d2,d3.....dn le rispettive distanze dei vettori dal polo di riferimento, è questa:
Che può essere riassunta in:
Che signica: "il momento statico rispetto al polo P è uguale alla sommatoria delle forze rispetto a P", con S che indica il momento statico.
Naturalmente questa è la definizione di momento statico polare, ovvero rispetto a un polo di riferimento, quando, invece, si prende come riferimento una direzione del piano, si parla di momento statico assiale.
Fonte:Wikipedia
Enunciato e definizione
L'enunciato del teorema è il seguente:
"Il momento statico di un sistema di vettori rispetto ad un polo P, è uguale al momento del vettore risultante rispetto allo stesso polo."
Praticamente la formula che deriva dalla definizione del teorema (che è utile per calcolare analiticamente il punto su cui giace la retta in cui passa la risultante, o semplicemente per calcolare il braccio o il modulo di una forza) dati F1,F2,F3.......Fn i vettori del sistema, R la risultante del sistema e d1,d2,d3.....dn le rispettive distanze dei vettori dal polo di riferimento, è questa:
Che può essere riassunta in:
Che signica: "il momento statico rispetto al polo P è uguale alla sommatoria delle forze rispetto a P", con S che indica il momento statico.
Naturalmente questa è la definizione di momento statico polare, ovvero rispetto a un polo di riferimento, quando, invece, si prende come riferimento una direzione del piano, si parla di momento statico assiale.
Fonte:Wikipedia
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